Il cheratocono consiste in una deformazione conoide della cornea che assume un andamento non più asferico ma ad andamento conico. In termini scientifici si definisce “ectasia” non infiammatoria della cornea. In Italia è stimato con un incidenza di un caso su duemila abitanti. L’esordio è l’evoluzione sono assai variabili e molto raramente viene riconosciute un’eziologia congenita. Si tratta quasi sempre di una condizione bilaterale ma frequentemente evolve in modo non asimmetrico nei due occhi.
L’esame strumentale fondamentale per la diagnosi e per il trattamento del cheratocono è rappresentato dalla topografia corneale.
Quest’esame si è rilevato fondamentale anche nella diagnosi del cheratocono nello stadio sub-clinico dove spesso sfuggiva anche all’oftalmologo più esperto. Si ricordi che prima dell’avvento della topografia l’astigmatismo e più in generale la misura della cornea, veniva fatta solo con oftalmometro. Con la topografia vengono colte anche le più piccole irregolarità di curvatura ponendo quindi l’oftalmologo a poter formulare una diagnosi anche in presenza di cheratoconi che non manifestano ancora segni clinici o disturbi della visione.